MANUALE PER IL RECUPERO ARCHITETTONICO

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Art. 11 Collegamenti

Nel programmare il recupero dei nuclei abitati, anche i più limitati come dimensione, è necessario dotarli di alcuni servizi indispensabili alla vita quotidiana, per non obbligare le persone a spostarsi in auto per il giornale, tre panini e un litro di latte.
Dove non è possibile, programmare un punto di arrivo, raggiungibile in pochi minuti a piedi da tutti gli edifici, di un mezzo pubblico che non obblighi all’uso dell’auto (che tra l’altro non tutti possono usare, in particolare i bambini e gli anziani): pulmino, teleferica, autobus di linea o treno, che consenta l’accesso a tutti i servizi non disponibili a distanza pedonale: posta, farmacia, scuola, biblioteca, stazione ferroviaria, ospedale, bar, ristorante, negozi vari, supermercato, cinema, teatro, ed ogni altro.
Per rendere possibile l’abitazione di edifici isolati, peraltro abbastanza rari, nelle zone di influenza latina come l’Ossola, se non a quota più elevata, adottare i criteri usati nella vicina Svizzera e nei lontani Alto Adige ed Austria.
Evitare le strade asfaltate, se indispensabile fare percorsi stabilizzati con “macadam”, che resiste meglio al gelo ed alla pioggia ed è meno invasivo.
Privilegiare le teleferiche per le merci e, se necessario, anche per le persone.
In tutti i casi, centri abitati o edifici isolati, se non vengono adottati sistemi senza fili (wireless) di adeguata efficienza, prevedere collegamenti per la “banda larga”, servizio essenziale per rivitalizzare località periferiche e renderle parte attiva del territorio anche per attività professionali, commerciali, artigianali, ricettive.

Art. 11.1 Percorsi interni (vie, piazze, arredi urbani)

I percorsi interni ai nuclei abitati devono essere concessi all’uso delle auto solo per emergenza (scarico e carico merci, mezzi di soccorso) e vietati comunque ed ovunque alla sosta (art. 11.5.).
Le pavimentazioni vanno costruite con i criteri indicati in “Costruire con la pietra” pagina 182 tavola 65 primo e secondo schizzo: pavimentazioni di pietre infitte di coltello e lastre con sottofondo di sabbia e terra.
Non vanno posate su cemento per lo stesso motivo per cui i percorsi interni non vanno asfaltati: le pavimentazioni impermeabilizzate, contrariamente a quanto si pensa, danneggiano gravemente gli edifici contigui perché impediscono l’evaporazione dell’umidità del terreno, accentuando la risalita per capillarità sui muri delle case.
Le lastre che facilitano la percorribilità di carrozzine, carrozzelle e biciclette devono servire anche alla copertura dei sottoservizi (compreso cablaggi per banda larga).

Art. 11.2 Percorsi esterni ai nuclei abitati

Per persone a piedi, biciclette, carrozzine e carrozzelle pavimentazioni come in “Costruire con la pietra” alle pagine 132 e 133.
Ogni località deve essere collegata da percorsi pedonali/ciclabili alternativi ai percorsi automobilistici. Recuperare antichi tracciati frequentemente esistenti ma quasi sempre abbandonati.
Il passaggio a fianco o addirittura sulle carreggiate automobilistiche, sia pure in sedi protette, va limitato ai casi dove altre soluzioni sono impossibili.

Art. 11.3 Illuminazione all'interno dei nuclei abitati

Premesso che non è vero che nel passato non esistevano apparecchi illuminanti (molti secoli fa si utilizzavano bracieri nelle vie e nelle piazze e torce o fiaccole appese alle pareti degli edifici; nell’ottocento e nei primi decenni del novecento c’erano lampade a petrolio e a gas), l’illuminazione con apparecchi moderni è sconsigliabile, data la perduta qualità formale di gran parte dei prodotti del design contemporaneo, che non sempre può essere considerato erede degno della straordinaria tradizione italiana degli anni cinquanta/settanta del secolo scorso.
Quando i nuclei abitati sono fine ottocento o prima metà novecento si possono quindi usare elementi illuminanti in ghisa fusa, realizzati con stampi originari, a palo, pastorale o mensola.
In ogni caso la soluzione migliore è dare luce illuminando le facciate degli edifici, soprattutto se sono decorati, dipinti, o anche di pietra a vista, in modo da ottenere di riflesso l’illuminazione necessaria. L’illuminazione a led, pur avendo un elevato costo iniziale, consente di ridurre l’impatto del corpo illuminante, e soprattutto riduce enormemente il costo di gestione.
In genere le facciate è meglio siano illuminate dal basso (a luce radente) o da fonti luminose in alto ma a una certa distanza (cioè non a luce radente).
Molto validi, particolarmente dove ci sono scale o gradini o dove non fosse il caso di mettere in risalto il fronte degli edifici, gli incassi a parete, posizionati a non più di un metro di altezza, che illuminano verso il basso.

Art. 11.4 Illuminazione percorsi esterni ai nuclei abitati

L’illuminazione esterna ai nuclei abitati non deve servire alle auto, ma alle persone a piedi, quindi evitare i pali autostradali, addirittura, anche per motivi di risparmio energetico, non illuminare i percorsi asfaltati automobilistici.
Sui percorsi pedonali e ciclistici i corpi illuminanti devono essere come quelli definiti sui cataloghi “da giardino”: più semplici possibile, bassi, realizzati in modo da garantire la sicurezza alle persone ma da non ostacolare la vista del cielo stellato.

Art. 11.5 Parcheggi e box auto

Progettare la sosta della auto all’esterno dei nuclei abitati, in modo che costituisca il minimo impatto, meglio se nel sottosuolo, dimensionando gli spazi sul numero effettivo delle auto degli abitanti.
Come in Svizzera assegnare posti riservati ad ogni residente.
Se ci sono attività che possono attirare un pubblico temporaneo (teatri, musei, sale convegno, fiere, mercati, cinema, attività sportive, alberghi, ristoranti e altro) vanno programmati spazi esterni in dimensione adeguata, ben segnalati all’ingresso e protetti alla vista da cortine di verde perenne. L’accesso deve essere da un solo punto in modo da poterlo gestire, in particolari casi, anche a pagamento.
Alcuni box auto all’interno del nucleo abitato sono accettabili solo se integrati nelle costruzioni o costruiti con le modalità, le tecniche, i materiali e i colori degli edifici del contesto.
Il portone di accesso per le auto deve essere studiato in modo adeguato: dove in luogo esistono passi carrai chiusi si può adottarne forme e proporzioni anche nei dettagli del portone di legno, di eventuali contorni, paracarri laterali o altro; se non esistono riferimenti tradizionali si deve stabilire un criterio uniforme per tutto il centro abitato.

Art. 11.6 Ponti di pietra e di legno


Illustrazione 37


Illustrazione 38a - 38b -38c

In tutto il territorio esistono ponti di pietra, definiti di epoca romana, in ottime condizioni;
altri costruiti in epoche più recenti (fino al XIX secolo) con modalità simili.
I ponti più antichi si caratterizzano per costruzione rigorosa e sezioni ridotte (“Costruire con la pietra” ill.1/9 pagina 14). Ponti con le stesse caratteristiche possono essere costruiti per percorsi pedonali, ciclabili o con passaggio limitato di automezzi (accesso a poche abitazioni).
Per gli alpeggi e le abitazioni isolate, particolarmente se in alta montagna o al di fuori di percorsi viabilistici asfaltati, prevedere ponti di legno anche per uno sporadico passaggio di veicoli: il progetto richiede calcolo e certificazione strutturale (“Piano paesistico” e ill. 30a, 30b e 30c).

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