MANUALE PER IL RECUPERO ARCHITETTONICO

Art. 1 Ambito e contenuto delle norme

Lo “Studio per la realizzazione degli interventi di restauro e di valorizzazione sul patrimonio locale
(PLS del GAL LAGHI E MONTI DEL VERBANO CUSIO OSSOLA misura 323, Azione 3, operazione 3° - secondo trattino) è impostato come schema di metodo presupposto al progetto INTERREG (Id 27462783) “Valorizzazione dell’architettura tradizionale, tutela del paesaggio antropizzato e costruito”.

Le norme che seguono riguardano interventi di restauro e valorizzazione sul patrimonio locale, cioè su edifici e manufatti che caratterizzano l’identità locale, costruiti in epoche precedenti la seconda guerra mondiale.
La necessità di restaurare, recuperare, valorizzare le caratteristiche costruttivo/architettoniche che identificano una località impone l’organizzazione di normative e criteri di progettazione e costruzione che definiscano le modalità esecutive nell’utilizzo di materiali e tecnologie.

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Art. 2 Elaborati allegati alla normativa

La varietà del territorio e la complessità degli argomenti rendono necessario integrare il testo dello studio con alcuni estratti dalle pubblicazioni che seguono, che sono da considerare parte integrante della normativa.
Nel manuale sono inseriti i riferimenti precisi agli estratti da consultare per trattare ogni elemento della costruzione con metodo e tecniche appropriate.

1) Manuale GAL: “Introduzione al territorio, analisi storica ed evolutiva degli insediamenti”.

2) Monica Righetti, Andrea Bocco, Nadia Battaglio, Flavia Grosso, “Linee guida, indirizzi tecnici e prescrizioni per gli interventi di recupero e di nuova costruzione nel comune di Premia”,
City srl, 2007.

3) Giovanni Simonis, “Costruire sulle Alpi, storia e attualità delle tecniche costruttive alpine”,
Tararà editore, Verbania, 2008.

4) Oliviero Tronconi, Matilde Pugnetti, Carlo Pessina e Valentina Puglisi, “L’architettura montana, tecnologia, valori ambientali e sociali di un patrimonio storico-architettonico vivo e attuale”,
Maggioli editore, Santarcangelo di Romagna (RN), 2008.

5) Paolo Scarzella, Marco Zerbinatti, e autori vari, “Recupero e conservazione dell’edilizia storica. L’insieme. Le parti: interrati e fondazioni, partizioni, coperture, chiusure e aggetti”,
Alinea editrice, Firenze, 2009.

6) Paolo Scarzella, Marco Zerbinatti, e autori vari, “Superfici murarie nell’edilizia storica, conservazione e manutenzione. Malte e conglomerati a vista: giunti di murature lapidee e laterizie; intonaci e graffiti; cementi decorativi e cementi armati a vista. Tinteggiature murali”,
Alinea editrice, Firenze, 2010.

7) Giovanni Simonis, “Costruire con la pietra”,
Tararà editore, Verbania, 2012.

8) Piano Paesistico della Zona di Salvaguardia dell'Alpe Devero
(Deliberazione del Consiglio Regionale n.618-3421, del 24 febbraio 2000)

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Art. 3 Adeguamento degli strumenti urbanistici

Le presenti norme sono recepite dai Comuni come parte integrante del regolamento edilizio con delibera di Consiglio Comunale.

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Art. 4 Ambito territoriale

Le presenti norme con gli allegati riguardano tutto il territorio GAL LAGHI e MONTI del VERBANO CUSIO OSSOLA.

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Art. 5 Interventi di restauro e di valorizzazione

Gli edifici compresi nel territorio GAL possono essere oggetto di interventi di conservazione (restauro) e di valorizzazione.

Il restauro deve utilizzare le tecniche costruttive esistenti aggiornate da integrazioni tecnologiche, come verrà illustrato più avanti.

La valorizzazione può richiedere anche modifiche o ampliamenti, limitati o consistenti, per adeguamento sanitario, funzionale/distribuivo o altro, in conformità alle previsioni degli strumenti urbanistici.
La valorizzazione dovrà essere effettuata non solo con materiali, dettagli costruttivi e colori dell’edificio o del manufatto originale, ma adottandone con scrupolosa attenzione le modalità costruttivo tecnologiche. Solo così si ottiene un inserimento coerente ed armonico nel cotesto, contribuendo efficacemente al recupero ed alla riqualificazione del paesaggio.

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Art. 6 Elaborati del progetto di restauro e valorizzazione

Le modalità intervento indicate consentono di agire nel restauro e nella valorizzazione con criteri chiari e precisi.
Il progettista deve studiare gli elementi costitutivi dell'edificio per individuare i modelli coerenti di riferimento contenuti nel manuale e negli allegati, in base ai quali impostare il progetto di conservazione e di valorizzazione.

1) Analisi dello stato di fatto. Questi elaborati, che nei casi semplici possono essere prodotti in un'unica tavola, serviranno a individuare anche eventuali dissesti statici e sono indispensabili per la diagnosi delle problematiche dell'edificio.
Saranno costituiti da:
- rilievo geometrico, con particolare attenzione alla struttura del tetto;
- rilievo materico e del degrado, nel quale devono essere indicati i materiali e lo stato di conservazione.

2) Progetto di conservazione e valorizzazione: riporta le modalità di restauro del degrado rilevato nella fase di analisi, di adeguamento alla normativa vigente e di eventuale ampliamento dell'edificio, con esplicito riferimento ai modelli coerenti individuati nel manuale.

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Art. 7 Modifiche volumetriche

La valorizzazione del patrimonio insediativo e architettonico tradizionale avviene attraverso il suo consapevole riuso, quindi è possibile adeguare gli edifici alle esigenze delle destinazioni compatibili previste dagli strumenti urbanistici esistenti e alle normative vigenti (igienico sanitaria, contenimento dei consumi).
L'organismo edilizio originale a recupero avvenuto deve mantenere la propria identità, quindi sono vietate le alterazioni che ne distruggano le proporzioni o ne alterino le caratteristiche tipiche dell’epoca di costruzione, anche nei dettagli (dimensioni e contorni finestre, mensole, gronde, balconi, ecc).
Ne consegue che gli ampliamenti degli edifici, dove concesso dal PRG, oltre ad essere di entità limitata, non possono stravolgerne la logica costruttivo/strutturale.

Il metodo che consente modifiche/ampliamenti coerenti prende come riferimento principale il tipo di struttura del tetto e, nelle costruzioni di legno, delle chiusure portanti, con le relative possibilità di estensione:
1) edifici con tetto con travi orizzontali: limitato ampliamento parallelo all'andamento delle travi;
2) edifici con tetto a correnti - con aggiunta di campate: allungamento dell'edificio; con sostituzione dei correnti, limitato allargamento;
3) edifici con tetto a puntoni e tiranti – con aggiunta di capriate: allungamento dell'edificio; con sostituzione delle capriate: limitato allargamento;
4) edifici costruiti con Blockbau ( blinde o castello): non sono possibili ampliamenti;
5) per gli edifici alterati, o con gravi dissesti statici comprovati da un dettagliato rilievo del degrado e da perizia redatta da un professionista esperto in materia di consolidamento strutturale, o crollati, faranno testo foto d'epoca o stampe che ne permettano la ricostruzione sia volumetrica che di dettaglio. In questi casi si farà particolare attenzione ai rapporti dimensionali con altri edifici simili conservati ed alla coerenza dell'inserimento ambientale;
6) i corpi aggiunti se tecnologicamente coerenti (tetto, muri, aperture) con l’edificio vanno conservati. Se sono difformi (superfetazioni), possono essere recuperati nella volumetria complessiva con i criteri delle norme.

Il patrimonio edilizio rurale diffuso sul territorio presenta spesso altezze nette di piano non conformi alla normativa igienico sanitaria esistente.
Per tutti gli edifici del patrimonio locale si applica il Decreto del Ministero della Sanità del 09.06.99, integrato dalla D.G.R. 01.08.03 n.20-10187 per edifici residenziali, che consente il mantenimento di misure minime dell'altezza inferiori per interventi edilizi su edifici esistenti meritevoli di conservazione e recupero.
Edifici, box auto, tettoie, magazzini, ed ogni altro tipo di manufatto che non possa essere facilmente recuperato, ma che, per totale estraneità formale, costruttiva, tecnologica dal contesto richieda, per il recupero dell’identità paesaggistica, una completa (o quasi completa) demolizione, può essere demolito e ricostruito, purché rispetti i criteri tecnologici indicati negli articoli che seguono.
I Comuni potranno incentivare la demolizione e ricostruzione di edifici o anche di parti di edifici (coperture, recinzioni e altro) concedendo con le modalità che riterranno più opportune (in luogo o in un’altra area costruibile) un incremento volumetrico.

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