Le fatture elettroniche emesse, qualora prive di CUP o della dicitura equipollente, devono essere obbligatoriamente regolarizzate, pena la non ammissibilità delle spese da esse documentate.
Le seguenti istruzioni sono rivolte ai beneficiari che, rilevata l’assenza di CUP o dicitura equipollente sulle fatture emesse dai fornitori, devono procedere alla regolarizzazione della documentazione che non può essere riconoscibile a contributo. La procedura descritta è coerente con le norme contabili e le disposizioni vigenti per il PSR 14-22 e il csr 23-27 e rappresenta un‘opportunità che viene fornita al beneficiario per correggere una situazione che, diversamente, comporterebbe tagli di spesa che possono compromettere la liquidazione del contributo nella sua interezza. In particolare, la procedura descritta è obbligatoria se la documentazione non conforme è stata allegata ad una domanda di pagamento trasmessa tramite SIAP.
Relativamente alle fatture elettroniche, in base alle disposizioni di ARPEA si ritiene accettabile la regolarizzazione secondo queste due modalità alternative:
Secondo tale modalità il beneficiario dovrà rivolgersi al proprio fornitore che dovrà operare nel modo seguente.
Il fornitore:
1) annullerà la fattura errata con nota di credito riportante almeno:
- gli estremi (n° e data) della fattura errata;
- l’importo;
- la descrizione del bene/lavoro/servizio;
- se presente un campo aggiuntivo, la motivazione dell’annullamento della fattura (a titolo di esempio: “assenza di CUP o dicitura equipollente”).
Visualizza un esempio di nota di credito
2) emetterà nuova fattura riportante almeno:
- gli estremi (n° e data) della nota di credito;
- l’importo;
- la descrizione del bene/lavoro/servizio;
- il CUP o la dicitura equipollente (“PSR… N° Operazione… Codice domanda di sostegno…”), avendo cura di inserire tali dati in un campo visibile a prescindere dal formato di stampa della fattura elettronica;
- i riferimenti (es. n° e data del bonifico, dell’assegno, ecc..) dei pagamenti precedentemente effettuati.
Visualizza un esempio di fattura riemessa correttamente
La procedura sopra descritta comporta una mera correzione di documenti contabili SENZA movimentazione di cassa, quindi non occorre la restituzione delle somme da parte del fornitore e il nuovo pagamento da parte del beneficiario, nel rispetto quindi dell’eleggibilità della spesa che sarà dunque contabilmente effettuata nel periodo corretto, vale a dire prima della presentazione della domanda di pagamento.
SCARICA LE ISTRUZIONI OPERATIVE PER LA REGOLARIZZAZIONE DELLE FATTURE TRAMITE EMISSIONE DI NOTA DI CREDITO DA PARTE DEL FORNITORE
Come previsto dal D.Lgs. 18 dicembre 1997, n.471 e secondo quanto indicato dall’Agenzia delle Entrate, tale modalità prevede l’integrazione elettronica della fattura senza CUP/dicitura utilizzando il codice di autofattura/integrazione predisposto dall’Agenzia delle Entrate (TD20).
Nel caso in questione sarà necessario emettere un nuovo documento nel sistema informatico di generazione delle fatture con le seguenti caratteristiche:
- Tipo-Documento: TD20;
- Cedente/prestatore: dati del fornitore che avrebbe dovuto emettere la fattura corretta;
- Cessionario/committente: dati del soggetto che emette e trasmette via SdI il documento;
- Imponibile: imponibile non già fatturato o non indicato nella fattura che si sta integrando (se del caso);
- Imposta: imposta relativa all’imponibile non fatturato o non indicato in fattura (se del caso);
- Descrizione: tutte le indicazioni che consentano di individuare la fattispecie e utile a integrare il dato mancante – descrizione del bene/prestazione a cui si riferisce la fattura da integrare (obbligatorio), numero e data fattura (obbligatorio), CUP (obbligatorio), importo (facoltativo), data pagamento (facoltativo);
- Fatture collegate: estremi della fattura da integrare (non strettamente necessario ai fini della rendicontazione sul PSR/CSR se vi sono i riferimenti alla fattura errata).
Tutti di documenti integrati con autofattura TD20 dovranno essere allegati alla presentazione della domanda di pagamento, assieme alle fatture che vengono regolarizzate, o trasmessi come documentazione integrativa. Dovrà essere utilizzata la modalità di auto-fatturazione TD20 anche per sanare le fatture emanate da fornitori esteri.
Questa operazione non è una regolarizzazione della fattura a fini fiscali e contabili ma una semplice integrazione. Inoltre, a seguito di tale integrazione, rimangono inalterati tutti i dati della fattura originaria, senza alcuna conseguenza sugli adempimenti fiscali.